Regia: Naoko Yamada

Produzione: Giappone

Anno: 2016-2017

 

Il nostro giudizio: OTTIMO

Recensione: Erika K. Biondi

 

TRAMA:

La storia di una redenzione, quella di Shoya Ishida, un ragazzino delle elementari che vive di noia, una quotidianità di marachelle e gesti inconsulti senza ponderare le conseguenze e le dinamiche che determinano le relazioni interpersonali proiettate al futuro. Nella sua scuola arriva Nishimiya, non udente e con una serie di problematiche legate al suo handicap che la rendono in poco tempo vittima e valvola di sfogo di Ishida.

La ragazzina subisce le angherie del compagno coperto dagli altri elementi della classe finché la madre non la ritira da scuola. Ad ogni azione corrisponde una reazione: il branco usa Shoya come capro espiatorio e riversa su di lui la rabbia e il disprezzo, ed egli ben presto si ritrova vittima, tanto da amplificare la sua repressa sociopatia ed isolandosi completamente.

Gli anni passano e il protagonista vuole “espiare” il suo peccato alla disperata ricerca di se stesso: obiettivo,  ritrovare Nishimiya e farsi perdonare.

 

RECENSIONE:

Lungometraggio che per due ore tiene letteralmente inchiodati al teleschermo col fiato sospeso e la lacrima a portata di mano.

La pellicola è stata riadattata da Naoko Yamada dal manga omonimo di Yoshitori Oima e prodotto da Kyoto Animation come risposta a Studio Ghibli e Shinkai aprendo una nuova finestra sul mondo dell'animazione made in Japan e riscuotendo un forte consenso alla presentazione in occasione del Future Film Festival 2017.

Storia difficile da trattare, scomoda perché affronta il tema della diversità vissuta attraverso un handicap e di come, in una società basata sul lavoro di gruppo, si finisca per essere un peso e talvolta denigrati fino a pensare al suicidio vero e proprio (il Giappone vive questa problematica come una vera e propria piaga, soprattutto tra gli adolescenti).

Il film è spiazzante e diretto, non omette, non lascia all'immaginazione, ma colpisce dritto all'emozionalità trascinando dentro un vortice sentimentale che lascia poco scampo ai “deboli di cuore”.

Emarginazione quindi, bullismo, suicidio, redenzione, silenzio: nessuna di queste variabili presenta una valenza di positività eppure strappano la narrazione dalle dinamiche dell'anime per bambini tramutandolo in spunto per riflettere sulle miserie umane, ma in maniera ben calibrata, senza offendere o disturbare.

 

CONSIDERAZIONI FINALI:

Credo fermamente che un buon lavoro lo si percepisca dalla capacità di trascinare ed emozionare come avviene in “A silent voice” nonostante lo abbia visto in lingua originale e mi manchi il doppiaggio (Dynit si è conquistata la distribuzione prossima per l'Italia), eppure questo quadro si presenta già impeccabile così opponendo la scomodità dei temi trattati, anche in maniera brutale, alla delicatezza dei disegni, alla caratterizzazione dei personaggi, dell'ambiente circostante (con le scene dei ciliegi in fiore e del fiume di una bellezza disarmante) e della colonna sonora talmente delicata da ricordare i toni di un acquerello.

Leggo indirettamente un'accusa alla società giapponese nel manifestare atti di bullismo da parte di tutto il branco e non solo da Ishida ed è lampante la differenza culturale tra oriente e occidente nell'atteggiamento di Nishiymia che non reagisce mai, anzi subisce senza ribellarsi e col sorriso.

Dramma e commedia in un equilibrio perfetto focalizzando l'attenzione sulle barriere invisibili che separano e che, come sabbie mobili inghiottono nel silenzio e nella solitudine che spesso condizionano la vita di tutti quanti.

Forse tanti, troppi personaggi fanno da contorno alla vicenda, ma garantisco che il filo conduttore non si perde mai e che le due ore e dieci di visione scorrono veloci in maniera travolgente nonostante le tante inquadrature e i tanti silenzi.

Film di alta qualità, che nonostante le tematiche scomode diventa tra i 10 film più visti del 2016 battuto solo da “Your Name” e in arrivo nelle sale italiane a ottobre 2017. Invito spudoratamente ad andarlo a vedere perché di prodotti così intensi ne escono pochi e perché i fondali sono davvero notevoli.

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