Regista: Wes Anderson

Produzione: Stati Uniti, Germania

Anno: 2021

Attori: Bill Murray, Owen Wilson

 

 

 

 

Il nostro giudizio: OTTIMO

Recensione: Maria Giovanna

 

 

 

 

Saper raccontare una storia è un’arte e il mestiere che più di tutti riesce in questo intento è quello del giornalista. Il film di oggi è “una lettera d'amore nei confronti dei giornalisti” per usare le parole del regista, parliamo di The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun del regista Wes Anderson. Il cast è stellare e ne fanno parte Benicio del Toro, Frances McDormand, Jeffrey Wright, Adrien Brody, Tilda Swinton, Timothée Chalamet, Saoirse Ronan, Léa Seydoux, Owen Wilson, Mathieu Amalric, Lyna Khoudri, Bill Murray, Elisabeth Moss, Willem Dafoe, Edward Norton, Christoph Waltz e Anjelica Huston.

La storia inizia raccontando la storia di Arthur Howitzer Jr., figlio del fondatore e proprietario del quotidiano "The Evening Sun" di Liberty (Kansas), che riuscì a convincere il padre a finanziare un supplemento domenicale la cui redazione sarà a Ennui-sur-Blasé, Francia. Howitzer Jr. compone la propria redazione avvalendosi dei migliori giornalisti del suo tempo che rimarranno fedeli alla loro scrittura e al supplemento fino all’ultima pubblicazione che avverrà dopo la perdita del suo direttore. Quando quest’ultimo muore improvvisamente per colpa di un attacco di cuore la pubblicazione verrà sospesa dopo un ultimo numero dove si concentreranno i migliori articoli delle edizioni passare. Ci si ritroverà all’interno di una contestazione studentesca, di un’indagine di un commissario che cerca di ritrovare il figlio rapito e dentro la storia di un artista psicotico e galeotto innamorato della sua secondina.

La collezione di storie che vengono narrate è accompagnata da una musica ammaliante e dalle immagini in bianco e nero a cui fanno seguito anche piccoli disegni animati che portano lo spettatore, in modo fulmineo, all’interno del mondo narrato in forma di romanzo grafico.

Il regista Wes Anderson dedica questa sua opera filmica ai giornalisti ma in particolare modo a quel giornalismo di un tempo passato, quando i cronisti inseguivano le loro storie e le afferravano senza lasciarle fino a quando la storia non era completa e, magari, partecipandovi in maniera intima, immedesimandosi nei personaggi.

Anderson crea un mondo che appare lontano anni luce da come noi spettatori concepiamo il mondo “reale”, crea una sorta di contenitore, come già fatto nei suoi film precedenti come ad esempio Grand Budapest Hotel, dove vengono raccontate le storie dei personaggi con una certa leggerezza e spontaneità senza rinunciare alla solita trasfigurazione fiabesca che contraddistingue le sue opere cinematografiche. Il regista non rinuncia neanche in questa pellicola a far crescere i suoi personaggi che appaiono sconfitti dalle avversità della vita me che riescono a riscattarsi grazie alla loro ambizione e caparbietà.

Anderson rende omaggio durante i titoli di coda al fondatore del New Yorker Harold Ross e al suo storico redattore William Shawn questo perché, con ogni probabilità, il regista si è fatto ispirare dalle pubblicazioni vecchie, nuove e in corso d’opera della rivista.

Se si è amanti di storie che vedono i protagonisti mettersi in gioco con la loro purezza d’animo e se ci si vuole addentrare in un mondo incantato e meraviglioso, questa scatola filmica delle meraviglie è perfetta per voi.

 

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