La notte più lunga dell’anno

Regista: Simone Aleandri

Produzione: Italia

Anno: 2022

 

 

 

 

 

Il nostro giudizio: MOLTO BUONO

Recensione: Cristina Giammito

 

 

Una Potenza notturna fa da sfondo a vicende che si sfiorano, mostrando fragilità e consapevolezze. Tra i paesaggi caratteristici lucani si stende il vissuto di persone che vivono “la notte più lunga dell’anno”, quella compresa tra il 21 e il 22 dicembre: una cubista stanca del proprio tenore di vita, ma decisa ad apportarvi un radicale cambiamento; un politico in forte crisi tenta di schivare il proprio destino, l’amante di una donna più grande combatte contro un sentimento contrastato; tre ventenni privi di ambizioni ma desiderosi di vivere l’intensità delle emozioni si imbattono nella città dormiente. Sembra una notte qualunque, pacata e immobile; in realtà, in essa le loro vite si agitano muovendo i sottili fili dell’esistenza. Sergio, un benzinaio sempre presente nella stazione di rifornimento, assiste allo scorrere del tempo con attenzione e mostra una singolare sensibilità per le emozioni altrui che vede passare dinanzi a sé. Non spoglia di imperfezioni, la pellicola mostra il lento evolversi degli eventi, guidando lo spettatore passo dopo passo verso una visione introspettiva. Si scava all’interno dell’animo umano, arrivando a toccarne la profondità. La carica emotiva è palpabile, arricchita da dialoghi fitti alternati a silenzi riflessivi. I malesseri e le insoddisfazioni trovano libero sfogo in azioni impulsive, parole vomitate sullo schermo che lasciano l’amaro, favorendo al contempo uno slancio vitale che induce i personaggi a reagire all’immobilità, a non bloccarsi in un vissuto paralizzante. Ciascuna storia è il riflesso di una realtà che graffia ma non annienta. Le svariate situazioni presentate abbracciano interrogativi: Chi sono? Chi voglio essere? Domande relative al valore di sé stessi e del proprio ruolo nel mondo sono il timbro che si imprime sulle scene, segno distintivo di ciascuna personalità messa in mostra.

Infine, è da apprezzare la scelta dell’ambientazione ricca di luoghi degni di essere mostrati al grande pubblico. Ciò fa ben sperare nell’avvenire cinematografico di una terra che da sempre custodisce meraviglie non indifferenti.

 

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