Autore: Selvaggia Lucarelli

Anno: 2019

Ed: Rizzoli

 

Il nostro giudizio: MOLTO BUONO

Recensione: Silvia Aonzo

 

 

L’ossessione contemporanea per una forma fisica impeccabile è ormai diventata la linea di demarcazione tra una vita serena e una fatta di complessi, sensi di inferiorità e frustrazioni infinite.

Il nostro orizzonte, sereno o in tempesta, dipende da questa semplice ma ormai imprescindibile scelta. 

Se gli uomini amino le donne filiformi ma poi in realtà sposino quelle in carne è un teorema ancora tutto da dimostrare.

Fatto sta che noi donne moderne sembra ce l’abbiamo sempre in quel posto: come se non bastasse, anche il must dello stare in forma si è aggiunto alla lista dei doveri  sempre più numerosi, assieme al lavoro e al menage familiare.

Essere vere o non essere affatto, vivere serenamente rotonde o diventare trasparenti come il manico di una scopa in nome di un Eden mediatico?

È il nuovo dilemma, spropositatamente ingrandito dal giudizio impietoso dei social  network che non perdonano scivoloni.

Le aggiustatine sono ormai all’ordine del giorno, tra una chirurgia estetica per pochi e un Fotoshop per tutti, a ciascuno il suo ritocco.

Ma se hai la sfortuna di nascere in un corpo di sirena dotato di uno stomaco da balena, i problemi saranno infiniti.

Perché allora il Sommo Creatore del Metabolismo, con sadismo cieco e imperscrutabilmente arbitrario, si sarà preso gioco di te.

Non c’è niente di più relativo infatti che il personalissimo e soggettivo senso della fame. 

Selvaggia Lucarelli, con ironia e storie divertenti ispirate dalla sua biografia tragicomica ci spinge a riflettere sui nuovi paradosso moderni, dove la scelta di restare in carne in nome di una trovata felicità sembra ormai essere diventata una sfida ai tabù dominanti.

Un romanzo brillante e divertente capace di raccontare verità scomode.

Perché il vero peccato originale, in realtà, non è stato mangiare la mela, ma morderla solo per metà.

 

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