Artista: Idles

Anno: 2019

Casa Discografica: Partisan Records

 

 

 

Il nostro giudizio: OTTIMO

Recensione: Francesco Izzo

 

La pan­de­mia ha col­pi­to in pieno la musica dal vivo ma non l’ha af­fon­da­ta del tutto. Tante sono le band e gli ar­ti­sti che in que­sto buio pe­rio­do, so­prat­tut­to con­cer­ti­sti­co, hanno con­tri­bui­to po­si­ti­va­men­te ad at­te­nua­re la man­can­za di performance attraverso la pub­bli­ca­zio­ne di con­cer­ti in strea­ming.

Anche gli Idles ci pro­va­no a man­te­ne­re in vita la spe­ran­za tra­smet­ten­do sul loro ca­na­le You­Tu­be: “A Beau­ti­ful Thing: IDLES Live at Le Ba­ta­clan”, si tratta del loro terzo disco uf­fi­cia­le usci­to lo scor­so 6 di­cem­bre. Il quin­tet­to di Bri­stol de­ci­de quindi di con­ce­der­ci quel­lo che per loro è stato il con­cer­to più im­por­tan­te della loro car­rie­ra, a con­clu­sio­ne di un tour di circa no­van­ta date. Non è sem­pli­ce­men­te un con­cer­to come tanti, di un tour qua­lun­que e di una band qual­sia­si, è la fine di un per­cor­so im­por­tan­te, e non mi ri­fe­ri­sco solo ad una que­stio­ne di im­pat­to so­no­ro, ma anche alla scel­ta sim­bo­li­ca della lo­ca­tion: il Ba­ta­clan, che “pur­trop­po” ha un si­gni­fi­ca­to ine­vi­ta­bil­men­te im­por­tan­te nella sto­ria della mu­si­ca dopo la tra­ge­dia del 2015, quan­do sul palco c’e­ra­no gli Ea­gles Of Death Metal. Come ac­ca­de per ogni tra­ge­dia bi­so­gna rea­gi­re e non darla mai vinta alla vio­len­za. Quin­di per­ché non im­mor­ta­la­re per sem­pre una se­ra­ta così im­por­tan­te? Dopo ap­pe­na due album in stu­dio po­treb­be sem­bra­re al­quan­to pre­sto le­git­ti­ma­re una car­rie­ra de­cen­na­le con rac­col­te e best of, ma qui non si trat­ta sol­tan­to di un sem­pli­ce disco e di un con­cer­to come un altro. Sco­pria­mo­ne il per­ché.

La sca­let­ta pro­po­ne quasi in­te­ra­men­te Joy As An Act Of Re­si­stan­ce del 2018 e tutto “Bru­ta­li­sm”, l’al­bum d’e­sor­dio della for­ma­zio­ne bri­tan­ni­ca che nel 2017 ha rotto gli sche­mi, la mo­no­to­nia e la for­ma­li­tà che da molto tempo av­vol­ge­va­no il pa­no­ra­ma mu­si­ca­le eu­ro­peo. I testi di Joe Tal­bot sono pro­vo­ca­to­ri e più at­tua­li che mai: rab­bia e po­ten­za sono le ca­rat­te­ri­sti­che che, da un punto di vista mu­si­ca­le, emer­go­no ad un primo ascol­to. Le pa­ro­le in­ve­ce, crude e pe­san­ti, sono il ma­ni­fe­sto di una mu­si­ca che si im­pe­gna so­cial­men­te a com­bat­te­re la di­ver­si­tà, con la te­sti­mo­nian­za che “ab­bia­mo bi­so­gno del­l’al­tro”, e che in un’e­po­ca di muri, Bre­xit e porti chiu­si as­su­mo­no una vi­sio­ne chia­ra della po­li­ti­ca e del senso di con­di­vi­sio­ne dan­neg­gia­ta dalle tec­no­lo­gie. “Not ag­gres­sion, but love and com­pas­sion”, è il primo mes­sag­gio di spe­ran­za e pace di Tal­bot. I temi delle can­zo­ni sono quel­li ico­ni­ci del mo­vi­men­to punk come la con­te­sta­zio­ne po­li­ti­ca, gli inni con­tro la Bre­xit con “Great”, l’in­no an­ti­fa­sci­sta in “Rott­wei­ler”, e trac­ce in­ti­me e più per­so­na­li come “Co­los­sus”, can­zo­ne d’a­per­tu­ra del con­cer­to e del se­con­do disco (“Joy), con chia­ri ri­fe­ri­men­ti al rap­por­to non idil­lia­co tra il front­man e suo padre; “Mo­ther” in­ve­ce è de­di­ca­ta alla madre e alla lunga ma­lat­tia af­fron­ta­ta. C’è spa­zio anche per im­mi­gra­zio­ne, fem­mi­ni­smo, ma­sco­li­ni­tà e bul­li­smo.

Da un punto di vista mu­si­ca­le si per­ce­pi­sce la chia­ra in­ten­zio­ne da parte della band in­gle­se di non rien­tra­re in uno stan­dard ra­dio­fo­ni­co e di al­lon­ta­nar­lo il più pos­si­bi­le con chi­tar­re spor­che, suoni grez­zi, di­stor­ti e dis­so­nan­ti nelle stro­fe, e ri­tor­nel­li me­lo­di­ci come cori da pub, il tutto ad ac­com­pa­gna­re una voce che urla li­ber­tà di espres­sio­ne. Del resto è una delle pre­ro­ga­ti­ve del punk quel­la di espri­me­re sen­ti­men­ti di ri­bel­lio­ne, ed in que­sto gli Idles ci rie­sco­no alla per­fe­zio­ne, drit­ti come un pugno nello sto­ma­co o un calcio in fac­cia, per farci ren­de­re conto in che razza di mondo vi­via­mo. In “Live At Le Ba­ta­clan tro­via­mo tutto que­sto. La forza emo­ti­va di que­sta band con al­cu­ne delle hit al­lun­ga­te stru­men­tal­men­te nei fi­na­li per en­fa­tiz­za­re lo spi­ri­to punk har­d­co­re e un con­cer­to me­mo­ra­bi­le che ha fatto di­ver­ti­re i for­tu­na­ti pre­sen­ti del­l’e­ra pre-Co­vid, quan­do an­co­ra si po­te­va an­da­re ai con­cer­ti.

Il prossimo 25 settembre uscirà un nuovo album, dal titolo “Ultra Mono”, anticipato dai singoli “Mr Motivator” e “Model Village”, il cui video è stato realizzato da Michel Gondry. Direi proprio che sono sulla strada giusta per diventare ancora più grandi di quello che sono.

Punk is not dead!

 

 

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