Regista: Taylor Sheridan

Anno: 2019

 

Il Nostro Giudizio: DISCRETO

Recensione: Maria Giovanna

 

Ritorniamo nel Northwest americano insieme ai personaggi della prima serie di Yellowstone dopo un finale che lasciava presagire tante novità nella stagione successiva. L’inizio non è molto scoppiettante ma come sempre ritroveremo la famiglia Dutton protagonista e proprietaria di uno dei ranch più estesi del Montana.

Nella seconda stagione ci si concentra di meno sugli aspetti riflessivi delle vicende dei protagonisti e si decide di porli nelle vesti di sostenitori delle proprie ragioni per poter fare parte dell’azienda di famiglia. In questa stagione gli autori omaggiano in modo più marcato il genere Western tramite la fotografia ed esaltano la figura dell’uomo di fortiera che non trova sicuramente spazio nella nostra vita di tutti i giorni. Si decide di dara largo spazio alla natura che si intreccia con i diversi drammi familiari che vengono affrontati senza vie di mezzo. Infatti, Jonh Duttonn decide che deve combattere, con le unghie e con i denti, per poter difendere la sua terra. Quest’uomo se da un lato rappresenta un vecchio spot televisivo “l’uomo che non deve chiedere mai” dall’altro svela il suo totale fallimento come padre perché non riesce con nessuno dei suoi figli ad intrattenere un rapporto che non ponga come protagonista lo Yellowstone. Non troviamo nello show un momento in cui ci sia un attimo di riflessione sul perché esista questo rapporto malsano ma al tempo stesso sviscerale visto che, nonostante tutto, i figli adorano questa figura di padre ingombrante.

Ciò che possiamo considerare come novità della stagione riguarda lo spazio che viene lasciato ai lavoratori del ranch. Su tutti capeggia Rip Wheeler (Cole Hauser), che è il braccio destro di John e che lo considera come un figlio. Questo personaggio viene rappresentato come un uomo di gran cuore e con un certo spessore morale nonostante si disposto ad uccidere senza problemi chiunque decida di minare l’equilibrio dello Yellowstone. Continuano a rimanere i problemi su come vengono delineati i personaggi femminili, rispetto alla prima stagione non vi sono stati dei miglioramenti ma non ci si poteva aspettare un risultato diverso visto che il gruppo di sceneggiatori è composto esclusivamente da uomini. I personaggi femminili vengono rinchiusi nei loro peggiori cliché come ad esempio Beth che deve rappresentare la classica donna d’affari senza scrupoli che per farsi accettare è disposta a porre in essere una serie di comportamenti che neanche un uomo probabilmente metterebbe in atto.

Possiamo dire che non ci sono grosse novità rispetto alla prima serie, possiamo solo vedere l’evoluzione delle varie vicende dei protagonisti, avere l’opportunità di vedere da vicino la vita che si svolge in un ranch, andare a fondo, ma non troppo, sui caratteri dei nuovi e “vecchi” personaggi. Ciò che, a mio avviso, primeggia su tutto sono le riprese sui paesaggi che permettono di ammirare e godere di una natura che lascia senza fiato e che ti fa venire voglia di partire per un viaggio in quelle terre e magari rimanerci per il resto della vita.

 

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