Regista: Gabriele Muccino

Produzione: Italia

Anno: 2018

 

 

Il nostro giudizio: OTTIMO

Recensione: Cristina Giammito

 

 

Ci sono pellicole che fanno venir voglia di buttarcisi dentro per poterle vivere anche solo fugacemente. L’amore per l’emozione proiettata su uno schermo s’addensa alla vita rinvigorendone ogni millimetrico spicchio. Il cinema ingloba incanto e spessore in un limite temporale che appare immenso quanto lo scorrere di un tempo lunghissimo. Il reale sfugge mentre la mente vaga nel profondo di una storia e se ne innamora, perdendovisi. Una scena ha il potere di una pagina che rimane aggrappata alla memoria per non svincolarsi mai più; s’infila dentro per riecheggiare lungo le pareti celebrali ancora ed ancora. Vien voglia di ringraziare i creatori di questa arte che s’interseca nella vita vera sviluppando piena riconoscenza. Cinema è spargere arte su pellicola.

 

Muccino racconta con maestria la lenta disgregazione di un nucleo familiare dalla compattezza solo apparente. In occasione delle nozze d’oro i coniugi Alba e Pietro, possessori di una villa su un’isola, decidono di organizzare una festa invitando i componenti della grande famiglia con lo scopo di trascorrere una piacevole giornata all’insegna dell’armonia e della gioia. In un primo momento spicca prepotente il piacere di ritrovarsi tra ricongiungimenti e nuove conoscenze. Figli, cugini, fratelli e nipoti riacquisiscono il valore della condivisione sporadica di tempo e ne assaporano ogni attimo preziosamente. Quando la partenza dei traghetti viene rimandata a causa del maltempo, l’idillio interpersonale subisce una brusca scossa favorendo l’affluenza di conflitti dapprima occultati sotto una maschera di cortesia.

Quella conoscenza che sembrava esauriente è in realtà solo la punta dell’iceberg in questo memorabile ritratto infarcito di sfumature psicologiche eccentriche. Una regia impeccabile muove i fili di una recitazione che non ammette critiche. Il potere della condivisione viene sventrato in favore di vecchi conflitti che vengono a galla mutando radicalmente il tenore della vacanza dapprima sognante. Dietro l’assetto familiare ben costruito vi è un aggregato artistico / interpretativo di tutto rispetto che porta in alto la qualità filmica fino a farle toccare le nuvole. Muccino mette in scena il lato fragile di individui che sfuggono all’idea di famiglia come porto sicuro dove sostare e ci riesce mirabilmente; dopo i successi precedenti, ancora una volta investe nelle emozioni e riesce egregiamente a far entrare lo spettatore nel vivo della vicenda, invogliandolo alla completa immedesimazione. Il suo cinema spinge alla riflessione, al legame con personaggi talmente veri da sembrare pulsanti; ed è qui che si palesa il nocciolo della questione, ovvero la straordinaria dote di trasportare sullo schermo verità sia piacevoli che scomode che fanno parte del vissuto delle persone. Le vicende del quotidiano, siano esse tragedie o eventi dignitosi, hanno valore in quanto danno al nostro essere un colore che permette di distinguerci nel flusso ininterrotto del tempo. Esse si travestono da errori, da conquiste o da eventi destinati a cambiare la vita per sempre; a mio parere, avere la capacità di riversare il tumulto energetico della vita in un lasso temporale limitato e trarne un consistente vantaggio emotivo nonché una grande arte è una conquista incredibile.

 

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Rating 5.00 (1 Vote)