Anno: 2015
Autore: Mario Cacciarino
Ed. Europa edizioni
Il nostro giudizio: OTTIMO
Recensione: Maria Giovanna
Come diceva Gianni Morandi in una sua celebre canzone, uno su mille ce la fa e io credo che l’autore di oggi, nonostante non sia più un giovanotto, ce l’abbia fatta. Vorrei portare la vostra attenzione su un autore non conosciutissimo al grande pubblico, possiamo definirlo uno scrittore emergente, ma che ha saputo con grande maestria rappresentare una storia con dei contorni noir e di grande attualità.
Il protagonista di questo romanzo è Costantino Verri sposato, padre di due bambine e operaio. In un normale giorno lavorativo, o almeno così appare agli occhi del protagonista, il braccio di una gru precipita e travolge Costantino e altri suoi colleghi che si trovano con lui. Da questo momento in poi la sua vita cambia completamente perché dopo il faticoso recupero ospedaliero, Costantino si dovrà reinventare per poter mantenere la sua famiglia, ma anche per poter mantenere inalterata la sua dignità di uomo e lavoratore. Inizierà a lavorare presso il bar della stazione dove, un giorno, incontrerà un’affascinante ma anche sfuggente Michela Ricucci che tenterà di sedurlo solo per poterlo coinvolgere nei suoi loschi affari.
Il romanzo affronta diverse tematiche: parte dall’incidente sul lavoro del protagonista, una piaga a cui non sempre le maggiori testate danno il giusto spazio perché, purtroppo, a fare notizia sono le persone che vengono a mancare e non viene dato il giusto risalto ad un evento così traumatico nella vita lavorativa di una persona. Infatti, in questi casi il lavoratore si ritrova a dover affrontare delle grosse difficoltà nonostante, ad oggi, si possa contare su degli istituti, INAIL, che aiutano in questi momenti in cui viene sconvolta l’attività lavorativa di un individuo.
In questo quadro, l’autore pone l’accento su un altro aspetto: la vita può cambiare, mutare in un solo giorno, un’ora, un istante. Molti di noi non credono nel caso, nella casualità degli eventi, credono invece che ogni accadimento abbia una precisa causa; io non sono di questo parere perché alcuni fatti della mia vita mi hanno portato a pensare il contrario ma, giustamente, molti di noi sono come san Tommaso, finché non vedono - in questo caso non mi accade, non credono. Ma se ci fermiamo a pensare per un istante a tutte quelle volte che siamo arrivati tardi ad un appuntamento, che abbiamo deciso all’ultimo momento di cambiare la percorrenza di una strada ci possiamo rendere conto che quel cambiamento, magari considerato negativo inizialmente, ha portato con sé un cambiamento più che positivo. Al protagonista, purtroppo, accade il contrario, in un solo istante tutta la sua vita cambia in maniera radicale mettendolo di fronte a tanti quesiti che mettono in dubbio le sue capacità come uomo e come padre e che, normalmente, una persona non tende a considerare perché la vita scorre inesorabilmente come uno aveva immaginato o previsto.
Nel presentarvi questo libro io sono un po’ di parte perché conosco l’autore sia personalmente che tramite le parole della figlia, mia grande amica. È un uomo che cerca in ogni cosa il lato positivo e questo lo ritroviamo anche nel finale del romanzo perché se è vero che in un solo attimo il destino ci gioca un brutto scherzo spazzando via tutto quello che abbiamo costruito, è pur sempre vero che l’amore di una donna, della famiglia, degli amici e la nostra stessa caparbietà possono aiutarci a ribaltare la situazione facendoci riappropriare di ciò che la sorte o il destino, a voi la scelta, a cercato di farci venire meno.
Per quanto mi riguarda il libro è stato una rivelazione sia per il suo aspetto misterioso, ma soprattutto perché ho ritrovato quella voglia di affrontare la vita, di non arrendersi alle avversità, di reinventarsi che sono riuscita a vedere solo nei film del periodo neorealista, dove le classi disagiate dell’epoca lottavano con tutte le loro forze per poter cambiare la situazione economica e morale dell’Italia del dopoguerra. È pur sempre vero che molto spesso i risvolti delle storie narrate in questi film non erano felici, però a me viene da pensare a quella forza d’animo che avevano i miei nonni e che ora manca un po’ a tutti noi, me compresa.
In questo periodo di forte crisi come quello che stiamo affrontando noi ora, credo che tutti noi abbiamo bisogno di un po’ di quello spirito visto che la mescolanza di sentimenti è la stessa dell’epoca: speranza, riscatto, desiderio di lasciarsi il passato alle spalle e di cominciare una nuova vita, frustrazione, povertà, disperazione. L’autore capirà molto bene ciò a cui mi riferisco, visto che è nato nel 1936 e ha avuto la possibilità di vivere molti degli aspetti sopra descritti ma ha saputo, con grande maestria e ottima dialettica, rappresentarli molto bene nel suo primo romanzo.
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