Autore: Alessandro Pagani
Anno: 2019
Editore: 96, Rue de-La-Fontaine Edizioni
Il nostro giudizio: Discreto
Recensione: Alessandro Bavuso
L'OPERA:
Non essendo un romanzo o un racconto bensì una raccolta di freddure, l'opera di Alessandro Pagani non ha una vera e propria trama ma, una struttura omogenea ad organizzarla. L'intento del libro è chiaramente quello di giocare con le parole cercando di offrire al lettore un tipo di umorismo leggero che sappia essere ironico, ma non volgare. Anche lo stesso titolo dell'opera "500 Chicche di riso" è a sua volta un gioco di parole, tanto semplice quanto sottile, che mostra
fin da subito lo stile che l'autore intenderà adottare nell'esposizione. Il libro è corredato da alcuni disegni di Massimiliano Zatini, il quale ne ha saputo indubbiamente cogliere lo spirito. Ciò permette di creare uno stacco tra le varie pagine del libro, rendendo la lettura ancora più scorrevole. 500 chicche di riso riporta appunto, seguendo un rigoroso elenco numerico, 500 "chicche" che ci raccontano sottoforma di battute scherzose, in poche righe sintetiche, molti aspetti tra i più grotteschi della vita quotidiana di tutti noi. Il libro è ulteriormente suddiviso in sezioni che si aprono con una piacevole prefazione ad opera di Cristiano Militello, che ne racconta lo svoglimento senza fare spoiler. Segue poi una prima parte chiamata semplicemente "La Surrealtà", la quale ci offre ancora uno spunto che ci introdurrà verso ciò che siamo in procinto di scoprire. Vi è poi il cuore dell'opera la quale è divisa in due sezioni da 250 "chicche" l'una, chiamate "la realtà irreale" e "la cronica sincornica", nomi non casuali, che a loro volta dividono quello che verrà raccontato per macro tematiche comuni, in una divisione davvero originale. Il libro poi si chiude con una sorpresa finale...
RECENSIONE:
A dispetto dello stile leggero, l'opera di Alessandro Pagani non è un qualcosa che va letto con superficialità e, potrebbe anche richiedere una lettura ulteriore per essere realmente capita ed apprezzata. Sebbene una tale struttura permetta di prendere il libro in mano per aprirlo ad una pagina qualsiasi e leggere anche solo quella, ciò non lo etichetta come il "classsico" libro di barzellette. L'intento umoristico non è infatti la sola prerogativa dell'opera: la scelta del linguaggio e la ricchezza espressiva, unite all'uso del doppio senso e del gioco di parole, rendono infatti l'opera enigmatica a suo modo. Alessandro Pagani gioca con il linguaggio, le parole, a volte i luoghi comuni e ci racconta "chicca" dopo "chicca", battuta dopo battuta, tanti tra gli aspetti più grotteschi e particolari della nostra società. Permettendoci di riflettere sul nostro modo di pensare e di rapportarci agli altri, rivelando prospettive del nostro modo di pensare che potremmo non ritenere appartenerci. 500 chicche di riso, seppur di rapida lettura, leggero ed arioso nello stile, indubbiamente non è un libro per tutti, o per meglio dire non è un libro adatto a chi non voglia confrontarsi e prendersi un momento per riflettere. L'autore, tramite l'ironia e la comicità, cerca di offrire al lettore degli spunti di riflessione, cosa che non è quello che generalmente cerca chi si approaccia appunto ad un libro comico. Difficile quindi dire se questa scelta stilistica e narrativa sia un punto di forza del libro, con cui dare la possibilità di rifletttere attraverso il divertimento, o al contrario si riveli essere una debolezza dato il lettore medio del genere.
CONSIDERAZIONI FINALI:
Pagani ha saputo creare un'opera letteraria sicuramente di grande pregio, raffinatezza e originalità rimanendo coerente con quello che è il suo stile letterario e creando una continuità con la sua opera precedente: "Io mi libro". Lo stile leggero, arioso, scorrevole, un po' enigmistico, fatto di sottili giochi di parole e doppi sensi tipici anche delle freddure, rendono il libro facile alla lettura e decisamente fruibile. Le tematiche trattate si presentano attuali e mostrano un intento di far riflettere sulla società in cui viviamo e sul nostro pensiero e comportamento. Tutto ciò rende 500 chicche di riso una chicca letteraria a sua volta, offrendo al lettore una rara occasione di approcciarsi in modo leggero a quella che poi si rivela essere una lettura ben più profonda. Tuttavia, a mio avviso, l'opera fa della sua forza la sua debolezza andando a misurarsi con un pubblico ad oggi abitutato, per non dire forzato, ad una comicità molto diversa. 500 chicche di riso offre una sottile ironia che appare distante da quello che il modo di vivere la comicità di oggi. Senza dubbio un prodotto di qualità, ma che rischia di non avere il successo che invece meriterebbe...