Autrice: Maiti Girtanner con Guillaume Tabard
Anno 2022
Ed. Itaca
Il nostro Giudizio: OTTIMO
Recensione: Camilla Pasquali
Ci sono libri belli da leggere.
Altri che raccontano avventure meravigliose.
Altri raccontano storie così intense da rendere facile emozionarsi ed immedesimarsi.
Altri ancora introducono il lettore in splendidi mondi sconosciuti.
“Maiti. Resistenza e perdono” appartiene ad un’altra categoria: è un libro che ti aiuta a vivere.
Mi è stato regalato in occasione del compimento di una delle mie molte primavere.
La mia zelante amica porgendomi il libro, me lo ha presentato così : “ Questa è la storia vera di una donna che per 40 anni ha pregato per il suo aguzzino ed alla fine lui è andata a cercarla per chiederle perdono”.
Ed io, porgendole il più sforzato e sorridente dei grazie, ho pensato “Ecco qua! Un altro esercizio spirituale travestito da libro autobiografico!”
Poi ho iniziato a leggerlo e, nel giro di pochi giorni, ho dovuto ricredermi completamente.
Non ringrazierò mai abbastanza la mia amica per avermi regalato il libro.
Sono stata travolta dall’incredibile personalità di Maiti.
La sua audace sfrontatezza, il suo rigore intellettuale e le sue eroiche azioni quotidiane mi hanno completamente conquistata.
Ho addirittura desiderato essere Lei.
Non essere come lei.
Essere
Lei.
Personalmente il coraggio è una virtù che non ho e che, invece, vorrei possedere in abbondanza.
Nella vita l’ho usato, tirandolo fuori dal cassetto di sicurezza, proprio quando le circostanze me lo hanno imposto.
Bene, Maiti ne ha avuto a sufficienza per entrambe.
Maiti è una giovane donna svizzera figlia di un’agiata famiglia borghese, destinata a diventare una pianista di successo coltivando il proprio talento con un incessante studio dello strumento.
Nell’estate del 1940 si trova con la sua famiglia nella casa di villeggiatura nel sud della Francia proprio durante l’occupazione nazista.
A questo punto, Maiti, la sua famiglia, tutti i suoi compaesani, si trovano immersi in una circostanza storica ben precisa : sopravvivere dentro l’occupazione.
Maiti, spinta da un forte senso di carità cristiana, inizia aiutando il prossimo, cercando, ad esempio, di alleviare le quotidiane sofferenze dei contadini. Con successo, ad esempio, convince i soldati i tedeschi a non sequestrare loro il bestiame da lavoro.
Successivamente Maiti, usando la sua bicicletta, fa passare lettere della gente che abita nei territori occupati, al di là del confine, alla gente che abita nei territori liberi della Francia.
In seguito a cio’ viene contattata di nascosto dai partigiani francesi che le chiedono di far passare documenti e...persone ! Lei riesce nell’impresa, proprio sotto il naso delle guardie tedesche di vedetta.
Insomma, pian piano, passo dopo passo, azione eroica dopo azione eroica, Maiti passa dalla coscienza di essere una semplice aiutante dei suoi vicini di casa ad una vera e propria protagonista della Resistenza Francese.
Arriva addirittura a trasferirsi a Parigi appositamente per aiutare a nascondere gli ebrei rimasti e partecipare alla missione impossibile del generale De Gaulle : la Francia deve tornare ad essere un paese unito e libero !!!
Da sottolineare che la Francia non è il paese natale di Maiti.
Ma l’eroismo si paga.
E qui Maiti incontra il suo persecutore, Lèo, comandante della Gestapo.
Che la tortura quotidianamente, sistematicamente, pragmaticamente, sperimentalmente, scientificamente,
fino ad invalidarla.
Ciò che mi ha affascinato di Maiti è la miscela di due caratteristiche, solo in apparenza in conflitto fra loro :
la psicologia e l’abilità di un agente segreto da una parte, e la sua santità dall’altra.
Le abilità da 007 ?
Ecco l’elenco.
Mediazione verbale con i soldati, sfruttando proprio i punti deboli della psicologia del popolo tedesco, al fine di ottenere condizioni di vita migliori per gli abitanti del villaggio occupato.
Usare il proprio passaporto svizzero, la proprio autonomia professionale e lo sporco cesto della propria bicicletta per trasportare documenti importanti per la Resistenza al di qua e al di là del confine.
Nascondere i rifugiati e i ricercati nella cantina dell’abitazione di famiglia all’insaputa degli altri abitanti della casa ( cioè i suoi stessi familiari nonché i soldati tedeschi che avevano impunemente occupato alcune stanze), travestirli e metterli al sicuro senza farsi accorgere dalle guardie naziste.
Introdursi con l’inganno all’interno degli uffici di un comando tedesco e trafugare le cartine geografiche di Dunkirk (!) da consegnare ai partigiani francesi.
Mettere sù una finta lavanderia per ricevere le uniformi degli ufficiali tedeschi da pulire, con l’unico scopo di ottenere informazioni sul loro grado, ubicazione e spostamenti.
Ed aveva solo tra i 18 ed i 21 anni!!
Non mi sarei stupita se, alla fine della guerra, i servizi segreti francesi l’avessero arruolata.
Ma la storia andò in un altro modo.
Veniamo ora alla sua Santità.
Quanto fino ad ora intrapreso e raccontato, Maiti lo faceva per Cristo.
Era convinta che, tutto ciò che faceva per aiutare gli occupati ed i partigiani, fosse esattamente ciò che Dio voleva da lei.
Per lei non c’era differenza fra l’incarnazione di Gesù e la circostanza storica, erano un tutt’uno.
Combattere nella Resistenza era la Sua vocazione, far ritornare la Libertà e la Giustizia in un paese dal quale erano state sottratte, era il Suo cantico delle Beatitudini.
In una società odierna come la nostra, ossessionata dal porre l’accento sul Valore della Donna, mai abbastanza riconosciuto, Maiti è uno sfolgorante esempio.
Dentro una mentalità moderna che vede i santi come persone represse, sbiadite, interferite, ripiegate su di sé, al massimo vagamente buone e capaci di molta sopportazione, la vita di Maiti toglie ogni dubbio : la santità è il detonatore della personalità umana.
Provate un po’ voi a rubare le cartine di Dunkirk, approfittando di un attimo di distrazione di un nazista che potrebbe sbriciolarvi con un pugno !
All’inizio ho scritto che questo libro mi ha aiutato a vivere.
Si capisce da alcuni passaggi del testo riportati di seguito.
“...ci chiedevano di procurarci delle cartine stampate dai tedeschi, generalmente quelle che rappresentavano le coste. Successivamente capimmo il legame tra tale richiesta e lo sbarco del’44. Al momento non avevamo neanche pensato al motivo. Fu una regola d’oro, comune,credo a tutti coloro che partecipavano in una maniera o nell’altra alla Resistenza : non cercare di conoscere tutto, di sapere tutto, di capire tutto; per questo la fiducia era sempre solidamente stabilita con il proprio interlocutore”.
Questi passi mi hanno reso chiaro, con più intensità ed enfasi, ciò che in realtà accade normalmente, quotidianamente nelle nostre vite.
Abbiamo, e dovremmo avere, più fiducia in chi ci circonda, fidandoci del fatto che c’è qualcuno, qualche persona concreta accanto noi, con nome e cognome, che ha una visione più grande della nostra, di cui noi riusciamo ad intuire a malapena i confini, e che proprio per questo motivo, va seguita.
Non è cio’ che accade normalmente nel nostro lavoro quando obbediamo ai nostri capi oppure quando seguiamo le istruzioni di un medico che sa come muoversi dentro i disagi della nostra malattia ?
Quest’esperienza, la fiducia in chi ci guida, è ancora più forte quando ci accade di incontrare un maestro di vita.
“...nell’azione, lo sbaglio è in agguato dietro l’angolo…”
Quante volte ci paralizziamo davanti a decisioni da prendere per paura di sbagliare?
Bene, Maiti questo problema non l’aveva.
L’urgenza della resistenza e la violenza nazista non glielo permettevano, spazzavano via ogni tipo di paura, lei accettava il rischio della decisione.
Dopo le torture, Maiti ha dovuto ben presto rendersi conto che non avrebbe potuto realizzare i due grandi sogni della sua vita: diventare pianista e formare una famiglia.
Una nuova sfida le si impose: non rimpiangere «ciò che ero stata o che sarei potuta diventare», ma «amare ciò che ero. Non avevo da scegliere il mio cammino, ma da accoglierlo».
Per tutte quelle persone che hanno grumi irrisolti nella propria psiche o nella propria personalità.
Per tutte quelle persone che, arrivate in età matura, non hanno ancora trovato i propri talenti e francamente si chiedono se effettivamente ne hanno qualcuno.
Per tutte queste persone, credetemi, le parole di Maiti sono un vero balsamo.
Giunta alla fine del mio sproloquio lungo e sgangherato, non vorrei aver svelato troppo di un libro che va assolutamente letto.
Anche per un’altra motivazione : la narrazione avvincente e cinematografica.
Perché tra i vari talenti, Maiti aveva anche quello della scrittrice.
Buona lettura.
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