Artista: Hydronika
Anno: 2020
Casa Discografica: Fullheads
Il nostro giudizio: DISCRETO/BUONO
Recensione: Chanel
Il sound del brano rende la canzone facilmente riconoscibile, come ben chiare sono le influenze del gruppo che si datano ai rockers degli anni novanta: uso marcato della chitarra, voce melanconica e suoni trascinati.
Nonostante l’intento di creare un parallelo tra voce del solista e chitarra sia riuscito – il suono del pizzico accompagni la voce fino al termine delle parole pronunciate- forse, la presenza così incisiva della musica distoglie dalla canzone finendo per prevalere sulla voce. In realtà quello che sembra essere al momento, e forse vista la gioventù della band, il punto critico è una certa forzatura nel testo dove la ricerca di assonanze forzate rende il messaggio che la canzone veicola meno incisivo e finanche disperso. Certo c’è da apprezzare che anche in periodo di forzata reclusione (vero leitmotiv del pezzo) , il gruppo abbia trovato l’ispirazione e a forza di comporre il brano, nonché di ideare un video per quanto artigianale, accattivante. Un suggerimento al sound potrebbe essere quello di non temere la propria impostazione musicale e perseguirla sino alla ultimazione del pezzo evitando cambiamenti di fonia (falsetto). Certo che per i gruppi come gli Hydronika, i motti “io resto a casa” e “io suono da casa” suonano come piccoli contentini. Infatti, il piglio dell’esecuzione dei musicisti e la voce del front man sono performance da assaporare dal vivo.
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