Artista: Suzanne Vega
Anno: 2016
Casa Discografica: Amanuensis Productions
Il nostro giudizio: BUONO
Recensione: Enrico C.
Tra gli album usciti negli ultimi mesi del 2016 non possiamo non segnalare l’ultimo lavoro di inediti da studio di Suzanne Vega, “Lover Beloved: Songs from an evening with Carson McCullers”. L’album segue un tour in chiave “minimale” che ha portato la cantautrice newyorkese in varie città americane ed europee in coppia con il fidato chitarrista Gerry Leonard, anche produttore dell’album.
Il fatto che il disco esca a soli due anni di distanza dal precedente (e in verità non fortunatissimo) “Tales from the Realm of the Queen of Pentacles” è già una rarità in casa Vega, in cui gli “intervalli” tra un lavoro ed un altro hanno coperto a volte lustri interi (e non è casuale il fatto che in oltre 30 anni di carriera siano stati solo 9 gli album di inediti).
Il motivo di questa eccezione risiede nel fatto che in effetti il progetto di un album dedicato alla scrittrice Carson McCullers – vera musa ispiratrice di Suzanne - era già in incubazione dal 2011, anno in cui la cantautrice scrive le musiche del musical di Duncan Sheik dedicato appunto alla McCullers “Carson McCullers talks about love”.
E in effetti le aree di contiguità tra i temi affontati dalla McCullers, in particolare “le lotte degli afroamericani, le difficoltà dei ragazzi giovani, degli donne e di ogni tipo di outsiders” e le canzoni di Suzanne cresciuta nei quartieri “difficili” della New York del Secondo Dopoguerra, sono indubbiamente tante.
A livello di sonorità il disco è pervaso da una fortissima atmosfera “vintage” e retrò; i richiami al blues e al Jazz degli anni ’30 e ’40 sono assolutamente espliciti nei primi due brani, rispettivamente “Carson’s Blues” e “New York is my destination”(ancora una volta un pezzo con New York come protagonista, quanti saranno in totale nella discografia della Vega?).
Spazio quindi a fiati e bandoneon da piano-bar in un esamble ovviamente fondamentalmente acustico, come nelle migliori tradizioni di casa Vega; da segnalare la dolcezza della ballata pianistica “Annemarie” che dà alla voce dell’artista il giusto spazio.
Il fatto che Duncan Sheik, sia anche co-autore della maggior parte dei brani, è testimoniato dalle affinità con molte delle sonorità del musical del 2011; e si ha l’impressione che molti pezzi di questo disco starebbero benissimo in uno spettacolo a Broadway.
Certamente coraggiosa la scelta di non assecondare il gusto degli ascoltatori contemporanei con un prodotto fuori delle mode e dal mass market, del tutto “invendibile” nel mercato musicale odierno; d’altronde pensare che Suzanne, oggi, sia la stessa persona che riusciva a scalare le classifiche a fine anni ’80 con pezzi come “Luka” “Tom’s Diner”, “In Liverpool” sarebbe ingiusto ed assolutamente ingeneroso nei suoi confronti.
Ma i vecchi fan (tra i quali c’è ovviamente anche lo scrivente) non rimarranno del tutto delusi: Suzanne strizza l’occhio anche a loro con due brani più in linea con le ballate folk-rock l’hanno resa celebre un trentennio fa: "We of Me" (da cui è tratto anche un bel video) e "Lover Beloved" hanno tutti gli atout per entrare in un “greatest hits” definitivo della Vega.
In ogni caso un buon lavoro, nettamente superiore al precedente album da studio, per un’artista alla quale sicuramente, l’ambito della musica pop, “leggera” sta sicuramente troppo stretto, e già da un ventennio.