Recensione: Marypollon
Vyacheslav Yermak, in arte Slava, è nato nel 1994 a Charkiv in Ucraina e residente nel bresciano, dove come primo lavoro è impiegato in fabbrica e nel secondo rapper.
Mi risulta che il suo nome significhi Gloria, in Ucraino.
Slava è, per quanto mi riguarda, una bella scoperta legata al mio territorio di origine, la zona 030 del bresciano, con la sua semplicità, la sua ricchezza, e la sua forte ondata di immigrati
In questo caso perfettamente integrati.
Mi è capitato di ascoltare piu volte Quartieri del Sonno e Soviet Squat,nel periodo in cui venivo in contatto con la cospicua comunità ucraina che ci vive... molto sveglia, territoriale ed orgogliosa.
Orgogliosa delle terra, della cultura , famiglia, lingua, bandiera, terra che ha dato un futuro lontano dalla poverta e dalla miseria.
Ovviamente, chiunque non sia sempre vissuto in un solo luogo, sa molto bene cosa significa avere le radici in un luogo e la chioma in un altro...
Apprezzo in particolare come rende alcuni tratti della brescianità, come l'operosità ed una certa chiamiamola " mancanza di raffinatezza" in alcuni tratti delle canzoni ..il richiamo a come la nascita nella miseria possa portare ad alcuni vantaggi nell'educazione... Purtroppo spesso si accompagna alla carenza di figure paterne responsabili.
Al liceo nel bresciano comincia a scrivere, in modo veramente notevole, fino al 2014 dove cominciano ad affiorare i primi progetti ben strutturati - importante l'incontro con l' Another Production, che cita spesso.
Del 2016 il progetto di Alti e Bassi Mixtape Vol. 3. Di questo mixtape tracce come Pota F**a Alura Enculet, Quartieri del Sonno, FreESTyle #1 e Soliloquio aiutano Slava a farsi sempre più spazio nella scena rap italiana, espandendosi anche fuori dalla realtà locale della provincia Bresciana.
Il 2016 fu anche l’anno dell’inizio delle collaborazioni con la Finest Music, un duo di produttori composto da Levi e Terzo, collaborazioni tutt’ora in corso per tutti i futuri progetti, come la recente uscita a Luglio 2017 del singolo The Flow Is Slava –
5 domande della scrivente a….Slava
Il tuo ultimo singolo, Casinò, in cosa si differenzia dai tuoi lavori passati? Sui tuoi social hai dichiarato che questo per te è un “nuovo inizio”.
La differenza vera e propria non sta nel singolo in se, ma piuttosto nel lavoro che c'è dietro. E' un nuovo inizio perché sono cambiati il modo di lavorare e il team alle mie spalle. A partire da questo singolo il mio approccio alla musica sarà molto più professionale di prima, i tempi di pubblicazione più brevi e soprattutto prodotti saranno di una qualità 1000 volte maggiore.
Ci aveva molto colpiti il tuo singolo “Soviet Squat” in cui racconti la tua storia, le tue origini. Ritieni che il popolo Ucraino sia più orgoglioso e 'territoriale' degli italiani? Senti una sorta di senso di responsabilità verso i tuoi connazionali o chi, come dici, è stato educato nel vostro stesso modo nei blocchi?
Si, come tutti i popoli slavi, anche gli ucraini sono molto attaccati alla propria bandiera. Il senso di "Soviet Squat" è appunto quello di sottolineare questo sentimento patriottico, di cui vado fiero e che a parer mio non farebbe male al popolo italiano, che troppo spesso lo associa all'estrema destra. Essere patriottici non vuol dire odiare chi non fa parte della tua nazione, assolutamente. E' semplicemente una naturale forma di amore verso il paese in cui sei nato. A mio parere può essere paragonato al sentimento che proviamo verso le nostre mamme, ne più ne meno. Fare una canzone del genere significa sicuramente voler dare una voce a chi come me è nato in un paese diverso dall'Italia e cresciuto con un altro tipo di mentalità.
Chi sono i tuoi punti di riferimento nella scena italiana o internazionale?
Non ho punti di riferimento, ascolto di tutto e di più, ma non c'è nessuno (e non c'è mai stato prima) per cui io provi un’ammirazione particolare. Cerco di creare un prodotto il più originale possibile, in modo da non rischiare di essere paragonato a nessuno quando si parla della mia musica.
Rispetto alla maggior parte dei tuoi colleghi della new school hai un’immagine ed un modo di porti molto più “pulito”. In che cosa ti senti differente da loro?
In TUTTO. Non ho nulla a che fare con la stra grande maggioranza dei componenti della scena italiana. Abbiamo mentalità diverse, siamo cresciuti in contesti non paragonabili, la mia vita e il mio carattere sono tutt'altra cosa rispetto a quelli della massa dei rapper.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri? Cosa vorresti e cosa non vorresti accadesse nel tuo percorso artistico?
Il mio obbiettivo futuro infatti è quello di cercare di differenziarmi sempre di più, creare un prodotto che sono in grado di fare solo io e nessun altro. Il mio sogno è ovviamente quello avere la musica come unico impiego. Siamo ancora lontani dal traguardo, ma se guardo tutta la strada che ho fatto fino adesso e con quali condizioni sono arrivato fino qui, capisco che forse l'obbiettivo in fondo non è così impossibile.