ALBRECHT DURER TRA RINASCIMENTO ITALIANO E TEDESCO
Sede: Milano, Palazzo Reale
Periodo: 21 febbraio - 24 giugno 2018
Curatore: Bernard Aikema
Recensione: Marypollon
Assolutamente da non perdersi in questi ultimi giorni (chiude infatti a fine giugno) la mostra sul pittore tedesco del 1500, per la prima volta, a questo livello, a Milano ; con un solo precedente italiano alle Scuderie del Quirinale Per mille ragioni legato alla cultura tedesca, fu grande artista, di talenti infiniti e grande innovatore, scelse di personificare un vero e proprio cambio di paradigma - tra Germania e Italia appunto.
La mostra è articolata in 6 sezioni tematiche, supportata da 180 opere più della metà totalmente realizzate da Dürer, secondo un percorso non convenzionalmente cronologico, ma finalizzato ad individuare sezioni diverse: l'impianto teorico, il suo influsso sull'incisione, il rapporto con la natura, la scoperta dell'individualità, i grandi cicli grafici (fu infatti il primo grande artista grafico europeo, rivoluzionario sotto questo aspetto) L'ultima sezione è forse quella piu' importante, dato che rappresenta le alternative e gli influssi italiani. Vivere il rinascimento mescolando sapientemente influenze stile italiano e tedesco fu la sua particolarità, nell'epoca d'oro tra quattrocento e cinquecento Espresse poliedricità come grafico, incisore, pittore, tra atmosfere estremamente diverse , Nord Italia, tedesche e marcatamente fiamminghe. Il periodo storico si prestava alla convergenza di spunti, culture, innovazioni tra la Germania meridionale ed il nord Italia Potremmo quasi parlare di Koinè, di mescolanza tra i luoghi simbolo chiave, presenti nella vita del pittore,- con le relative differenze e dicotomie,- individuandone i tre chiave: Norimberga,(città natale) Milano e Venezia. da un punto di vista relazionale, gli artisti italiani che lo influenzarono di più sono Giorgione, Mantegna Bellini, Lotto, Tiziano e Leonardo Alcune opere fondamentali del suo percorso artistico sono qui esposte - quali" la festa del rosario" -ben tratteggiano il rapporto conflittuale tra papato - sua guida spirituale - e Sacro Romano Impero - braccio politico della cristianita' - o le problematiche politico sociali relative a Venezia, costantemente minacciata dai turchi ottomani Interessante anche, da un punto di vista sociologico; nelle lettere dell'autore al momento del ritorno a Norimberga da Venezia, vedere come Dürer lamentasse la differenza di status nella figura dell'artista tra i la realtà italiana - più generosa ed in ammirazione della creatività- e quellla tedesca - che li relegava allo status di artigiani, nettamente inferiore. Ricordiamo che questo è il periodo della translatio arti, dove gli umanisti tedeschi cercavano di rivaleggiare con noi italiani rinnovando la poesia e le arti medianti il recupero dell'antico , in una ricerca di rinascita culturale (rinnovatio poetica) , Dürer sotto questo spetto fu impregnato, fortemente permeato, dal pensiero di Konrad Celtis,poeta ed umanista. Per rispolverare un po' di sano spirito patriottico occorre ricordare che lo stesso Celtis diede via alla cosiddetta Emulatio Italiorum in base alla quale arte poetica ed insegnamento avrebbero consentito ai tedeschi di essere meno 'barbari' (loro medesima defizione) ed imporsi al medesimo titolo, e con lo stesso rispetto, di un italiano nelle corti signorili dell Italia del nord Questa mostra pone volutamente l'accento anche sul rapporto tra Dürer e Leonardo, meno documentato storicamente, ma sicuramente presente secondo l'occhio dell'esperto, in un'opera ed una produzione artistica, piena di derivazioni leonardesche , di influssi, meno storicamente definiti rispetto a quelli ampiamente testimoniati con il Mantegna e Bellini, ma comunque interessante per chi sa cogliere le sfumature Da un punto di vista personale, non posso che amare come il taglio scelto sia quello della convergenza delle culture, del desiderio di esplorare nuovi confini, di se stessi, in primis, nel viaggio personale dell'artista e della propria produzione oggettiva. Una mostra da vedere per ricordarsi, una volta di piu, quelli che sono i veri punti di forza dell'essere un italiano.... al di la' della capacità tecnica, facilmente replicabile, ovvero estro e creatività.
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