LA STORIA INFINITA
Autore: Michael Ende
Anno: 1979
Ed: Longanesi
Il nostro giudizio: OTTIMO
Recensione: Erika K. Biondi
TRAMA:
Bastiano è un ragazzino come tanti, non particolarmente sveglio, goffo, robusto, fuori dallo standard estetico dei suoi coetanei e, come spesso accade in queste circostanze diventa bersaglio di atti di bullismo.
In un giorno di pioggia, inseguito dai suoi compagni, si rifugia in una libreria ed entra in possesso di un testo intitolato “La storia infinita”, che però il negoziante si rifiuta di vendergli, così, incuriosito oltre misura, decide di sottrarlo di nascosto e inizia la lettura.
Un libro dentro al libro in cui il lettore, nonché protagonista, scopre di non essere solo uno spettatore ma viene chiamato a salvare il regno di Fantàsia diventando parte della storia che sta leggendo.
RECENSIONE:
Molti conoscono solo il film, una pellicola che ha fatto epoca per gli effetti speciali innovativi (nonostante fosse solo il 1984) e per la famosissima colonna sonora che è diventata un evergreen (The never ending story), ma il libro supera in aspettative la storia cinematografica sia perché va oltre sia perché è talmente descrittivo e dettagliato che si dimostra un vero e proprio viaggio nell'interiorità e nella fantasia umana: uno di quei tomi che fanno riscoprire la voglia di sognare e di immaginare.
La stesura di Longanesi ha un packaging particolare e inusuale: scritto in due colori rosso e verde; il capolettera di ogni capitolo segue l'ordine alfabetico e ricorda un manoscritto miniato riproducendo strutture architettoniche, il numero delle pagine racchiuso in un delicato arabesco riproducente fiori e foglie.
Meno colossale forse di un Tolkien anche se molti hanno osato avvicinare le scritture, a mio parere un grande fantasy descritto in maniera meno invadente de “il signore degli anelli” e anche più contemporaneo per gli argomenti trattati e per il messaggio nascosto.
Un'opera fruibile da diverse tipologie di persone: una favola fantastica per un bambino, un testo che fa riflettere per un adulto in un dedalo di emozioni diverse ma intense e impegnative in cui si affronta il problema della depressione infantile nascosto dietro la facciata fantastica: crescere non è per forza la cessazione del sogno e dell'utilizzo dell'immaginazione.
Bastiano ha perso da poco la madre, si sente solo, il padre vuole responsabilizzarlo catapultandolo di prepotenza nel mondo degli adulti, i compagni lo deridono e lo malmenano, smette di fare tutto quello che prima lo faceva stare bene e si trova improvvisamente in balia del vuoto, del nulla, utilizzato come metafora di perdita di immaginazione per approdare al mondo degli adulti privo di serenità. La via di fuga sembra essere solo il fantasticare di un mondo incantato che sta per essere spazzato via dal vuoto del niente che distrugge tutto e procura solo dolore.
La risposta a questo stato di “disperazione cosmica” arriva da Atreiu, il guerriero, il coraggioso, l'impavido che vive avventure sorprendenti sul suo dragone bianco fino ad approdare ai pantani della tristezza che ti risucchiano come sabbie mobili se smetti di lottare. Morla, l'essere più saggio di Fantàsia mette in guardia il giovane incitandolo a non lasciarsi trascinare dalla negatività e spronandolo.
Il nulla ha le fattezze di Mork, un lupo che insegue Atreiu durante tutto il suo viaggio; quando poi tutto sembra essere perduto, Bastiano comprende di essere il vero protagonista della narrazione e realizza che né la speranza né la fantasia possono esserci sottratte e mantengono inalterato il bambino che è in ognuno di noi.
Ende fa riscoprire il piacere di sognare, di viaggiare con la mente, di essere eterni Peter Pan anche quando la realtà diventa avversa, farlo in ogni stagione della vita; siamo dinanzi al messaggio secondo cui ogni ostacolo deve essere affrontato per poter essere superato tanto da divenire uno scalino verso la luce che abbiamo nell'interiorità umana.
“...ora sapeva chi era e qual'era il suo mondo. Era rinato.E la cosa più bella era che adesso sapeva: c'erano nel mondo mille e mille forme di gioia, ma, in fondo, tutte si racchiudevano in una sola: quella di poter amare.”
CONSIDERAZIONI FINALI:
Scrittura scorrevole e molto piacevole, descrittiva: un libro nel libro; prospettive e chiavi di lettura differenti fruibili non solo dai ragazzi ma dal bambino che è in ognuno di noi. Una narrazione che fa sognare senza fatica e che prende a tal punto da voler sapere sempre di più man mano che la storia avanza col racconto.
Romanzo di introspezione con il tema della riscoperta e dell'accettazione di se stessi; Bastiano come tutti vorrebbe essere quello che non è e avere ciò che ancora non ha, ma oltre l'idea e la fantasia c'è la vita reale in cui ci si può migliorare ma aiutandosi da soli e con la volontà.
“La storia infinita” è una storia di evoluzione, di crescita interiore, di consapevolezza è una sorta di risposta all'apatia in cui spesso si rifugge e uno spronare a non smettere mai di credere e di sognare, è il libro nel libro capace di prendere la forma in maniera camaleontica di quello che desideriamo all'istante come pochi testi riescono a fare.
“Tutto ciò che accade tu lo scrivi”, disse.
“Tutto ciò che io scrivo accade”, fu la risposta.